Giovani e dinamici Dodici storie di successo Nell’Alto Jonio Cosentino

  • w1cerchiara-homepage.jpg
  • w2cervinace-presidente-consigliereparla.jpg
  • w3rocca-limoneti.jpg
  • w4roseto-giovanni.jpg
  • w5Aroseto-proprietario-castello.jpg
  • w5Aroseto-proprietario-castello_-_Copia.jpg
  • w6roseto-sindacorosa.1.jpg
  • w7roseto.amaro-ulivar.jpg
  • w7roseto.amaro-ulivar1.jpg
  • w7roseto.amaro-ulivar1_-_Copia.jpg
  • w7roseto.amaro-ulivar_-_Copia.jpg
  • w8cerchiara-panificio.-donnebella.jpg
  • w8cerchiara-panificio.-donnebella_-_Copia.jpg
  • w9francavilla-torta1.jpg
  • w10trebisacce-marmellate.jpg
  • w11aless-chiarelli.jpg
  • w12miramare-proprietario.jpg

 

C’è un’imprenditoria giovane e dinamica nell’Alto Jonio Cosentino in Calabria, capace far di arrivare i prodotti della terra dalle campagne calabresi alle tavole del Nord Italia e d’Europa.

Il Gal Alto Jonio Federico II ha guidato un gruppo di giornalisti alla scoperta di sette storie di successo, durante il Primo educational per giornalisti finanziato con fondi delle misure 421 Cooperazione transnazionale e 313 azione 2 Sostegno al sistema turistico rurale dell’Alto Jonio Cosentino, soggetto attuatore la rivista di turismo e cultura del Mediterraneo, Spiagge (www.mediterraneantourism.it) diretta da Carmen Mancarella.

“La Regione Calabria con il presidente Mario Oliverio”, spiega il consigliere regionale, Mauro D’Acri, “ha deciso di scommettere molto sulla valorizzazione dei prodotti tipici, di cui la nostra terra è ricchissima e di affiancare le aziende nel percorso di promozione e commercializzazione dei prodotti stessi, aiutandole negli investimenti”.

Partiamo dal Consorzio per la tutela e la valorizzazione del limone Igp di Rocca Imperiale.

Spiega la presidente Marianna Latricchia: “Il consorzio raggruppa cinquanta aziende tra produttori e importatori e mira a tutelare e promuovere il limone di Rocca Imperiale, che diventa sempre più richiesto dai mercati italiani ed europei. Ha particolari qualità organolettiche. E’ infatti molto pregiato”.

I giovani di Roseto hanno voglia di investire e credere nella bellezza della propria terra, offrendo servizi al turismo. Hanno fondato una Virtual Community, Rosetando che informa, guida e offre servizi ai turisti (www.rosetandocapospulico.info). “Siamo un’associazione di giovani volontari”, spiega Giovanni Pirillo, vicepresidente della Virtual Community di Roseto Capo Spulico. “Siamo consapevoli che la nostra terra è magnifica. Ha tutte le carte in regola per attrarre sempre più turisti. Per questo vogliamo informare, guidare e far conoscere la nostra terra e i servizi offerti”.

Ha lasciato il posto fisso e una promettente carriera a Milano Stefania Cosentino, proprietaria con la madre, il padre e il fratello del castello templare di Roseto Capo Spulico, dove è possibile fare visite guidate alla scoperta del misterioso castello e fermarsi a pranzo o a cena per degustare indimenticabili piatti a base di pesce. Il Castello è anche la romantica location di matrimoni e cerimonie.

“Questo castello”, racconta Stefania Cosentino, “fa parte integrante della mia vita. A Milano facevo tutt’altra vita. E mi ero anche ben integrata sentendomi in perfetta armonia con i valori di efficienza, professionalità e rapidità dei meneghini. Ma l’attività che faccio qui mi appassiona moltissimo e credo nel futuro turistico di questa nostra bellissima terra”.

E’ ritornato anche lui da Milano per investire nella terra d’origine del padre, Rosario Benedetto che con la madre Carla Clerici, brianzola doc, sta per realizzare un progetto quanto mai ambizioso: trae spunto proprio dal fascino del castello di Roseto e il suo mito templare e dalle origini stesse del nome di Roseto, un grande roseto.

Anche con l’aiuto di finanziamenti regionali Benedetto sta per creare un grande roseto a forma di rosa, la rosa di Federico II, dove ci saranno tutte le varietà di rosa. “Ci sarà anche la varietà della rosa di Damasco, la damascena, tanto cara alle principesse di Sibari che si facevano imbottire i guanciali e i materassi per dormire, morbidamente avvolte dal profumo delle rose”, racconta Carla Clerici, madre di Benedetto e pr dell’azienda. “Creeremo anche un agriturismo e un Centro benessere”, spiega Rosario Benedetto. “E dalle rose estrarremo essenze profumate”.

Anni di duro lavoro fuori e poi il ritorno a casa per scommettere su un prodotto di nicchia, l’amaro alle olive Ulivar, per Luigi Adinolfi. “Io non ho inventato niente”, spiega. “L’amaro Ulivar alle olive è un’antica ricetta della mia bisnonna, poi di mia nonna e oggi di mia madre, che noi offrivamo e offriamo ancora adesso ai clienti del nostro agriturismo a Oriolo. Vedendo che rimanevano veramente molto soddisfatti, io ho solo deciso di mettere l’etichetta sulla bottiglia e, mantenendo la stessa produzione artigianale, far arrivare l’amaro Ulivar sulle tavole italiane e anche all’estero. Ho avuto tanti apprezzamenti anche dai mercati americani”. Luigi Adinolfi mira anche al recupero della mela Agostina, una varietà di mela che si trova solo nel suo paese Oriolo, molto gustosa e profumata. Oggi ne fa le marmellate.

Impedibile una tappa golosa a Cerchiara per conoscerne il pane De.Co., fatto nei forni di pietra esclusivamente dalle donne che si tramandano i segreti della bontà da madre in figlia.  Incontriamo nel forno Mauro,  Domenica Cesarini, la quale racconta: “Ho imparato questo mestiere da mia madre. Tutte le notti mi sveglio alle 2. E’ un grande sacrificio, ma lo faccio con tanto amore e passione. Il nostro pane è particolarmente buono perché usiamo lievito madre, farina di grano, acqua delle fonti di Cerchiara e un po’ di farina integrale macinata ancora oggi alle macine di pietra. Il pane viene poi cotto al forno di pietra e si conserva fresco e fragrante per giorni”.

Rappresenterà la Calabria a Expo 2015, Filomena Tucci, cake designer. “Con le colleghe”, racconta, “tenteremo di battere il guinnes dei primati detenuto ora dall’Inghilterra realizzando la torta più grande del mondo. Avrà la forma dell’Italia e la Calabria sarà lunga ben sette metri. Amo moltissimo il mio lavoro, attraverso il quale esprimo la mia creatività”.

E’ partito da un business plan simulato per un esame universitario in Economia Mauro Pizzini. Da studente propose di valorizzare il biondo di Trebisacce, un’arancia particolarmente buona, detta bionda che matura tardivamente e per questo veniva e viene molto richiesta sulle tavole italiane ed europee. “Invece che fare la simulazione di un business plan inventato”, spiega Pizzini, “sono partito dallo studio del territorio e dalla possibilità di valorizzare e ricavare marmellate dalla nostra fenomenale arancia. Studiai tutto sin nei minimi dettagli. Poi proposi di fare un investimento a un imprenditore del luogo. Lui si rifiutò. Allora decisi di partire io. I miei genitori erano un po’ spaventati perché essendo dipendenti, non avevano la mentalità del rischio di impresa. Ma io decisi di scommettere su questo progetto che oggi ho realizzato, partendo proprio grazie ad un finanziamento del Gal Alto Jonio Cosentino”.

Le marmellate-principe sono naturalmente con l’arancia bionda di Trebisacce e agli agrumi: mandarini clementini e limoni, ma non mancano i frutti di bosco, le fragole di cui è ricca la vicina Policoro e tanti altri frutti anche nella variante piccante e alla liquirizia! Oggi i prodotti Solefrutta sono molto apprezzati anche e soprattutto dai mercati europei.

Parte dal territorio per raccontare il bello del territorio l’esperienza editoriale di Franca Chiarelli, giornalista di lungo corso.

“Ho deciso di raccontare con le immagini e tutti gli strumenti della comunicazione la bellezza della mia terra”, racconta la giornalista. “La Calabria è una terra unica, ricca, eccezionale con enormi potenzialità turistiche”.

Affacciato sul lungomare di Trebisacce è ritornato agli antichi splendori grazie all’imprenditore Albino Vulnera, l’hotel Miramare, dalle ampie camere vista mare con servizio spiaggia incluso, spa e palestra. Dal terrazzo con piscina lo sguardo si perde tra l’azzurro mare di Trebisacce e le verdi montagne.