Investire nel turismo culturale e archeologico E’ la sfida lanciata dai Comuni di Cavallino, Lequile, Melendugno e Presicce-Acquarica per valorizzare di più il Salento e destagionalizzare

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Investire nel turismo culturale per andare altre la ristretta stagione estiva. E’ la sfida lanciata questa mattina dai Comuni di Cavallino, Lequile, Melendugno e Presicce, nell’annunciare la loro partecipazione alla XXVII Borsa mediterranea del turismo archeologico di Paestum che si è affermata nel panorama del turismo nazionale e internazionale per i suoi focus su siti archeologici e beni culturali, divenuti attrattori di viaggiatori colti, curiosi e alto spendenti in grado di fare le proprie vacanze tutto l’anno.

Ne hanno parlato stamattina in conferenza stampa il sindaco di Lequile, Vincenzo Carlà e l’assessore al turismo, Natacha Pizzolante del Comune di Presicce-Acquarica assieme ai Comuni di Cavallino e Melendugno, che saranno presenti attraverso la rivista di turismo e cultura del Salento, Spiagge, a Paestum per incontrare tour operator e giornalisti specializzati in turismo archeologico. La rivista diretta da Carmen Mancarella sarà distribuita al desk della fiera e si troverà nello stand del Ministero della Cultura.

UNA SINERGIA TRA ENTI PUBBLICI E PARTNER PRIVATI PER OSPITARE I GIORNALISTI E TOUR OPERATOR ITALIANI E INTERNAZIONALI

Immediatamente dopo la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico un gruppo di giornalisti e tour operator italiani e internazionali, specializzati in viaggi culturali, sarà ospitato nel Salento durante il 74mo Educational organizzato dalla rivista di turismo e cultura, Spiagge, diretta da Carmen Mancarella (www.mediterraneantourism.it). Tra il 4 e l’8 novembre e tra il 28 novembre e il 2 dicembre arriveranno giornalisti e tour operator italiani, francesi e tedeschi che visiteranno Cavallino, Lequile, Melendugno e Presicce. In particolare Presicce li accoglierà in occasione della sua Festa patronale di Sant’Andrea, che inaugura  il 29 novembre la lunga scia di feste del fuoco in Puglia.

IL MEGLIO DELLA RICETTIVITA’ TURISTICO ALBERGHIERA ED ENOGASTRONOMICA

In campo il meglio della ricettività turistico alberghiera ed enogastronomica assieme ad associazioni e al porto turistico di San Foca, che, presieduto da Fabio Bufano, attrae diportisti da tutto il mondo in barca a vela, ma anche con grandi yacht (www.portodisanfoca.it) .

I giornalisti saranno ospitati dalla Masseria Berzario (www.masseriaberzario.it) da Tenuta Calitre B&B (www.tenutacalitre.com)  sulla strada provinciale Melendugno-Torre dell’Orso Willaria Country House a Cursi (www.willaria.it) , Trapetum Salento Domus (www.trapetum.it), Masseria Chicco Rizzo (www.masseriachiccorizzo.it), Masseria Secolario (www.secolario.com), l’osteria La Remesa a Cavallino. Visite guidate nel frantoio ipogeo San Francesco a Melendugno e soste golose nell’azienda tipica Carrozzo che produce miele e che fa parte dell’Associazione Apicultori di Melendugno.  In conferenza stampa sono intervenuti gli imprenditori, Luciana Potì di Masseria Berzario, Giulia De Matteis del B&B Tenuta Calitre, Mimina Dima del frantoio ipogeo San Francesco e Cristian Carrozzo, titolare dell’azienda di produzione di miele Carrozzo e componente dell’Associazione Apicoltori di Melendugno che ha fatto riconoscere il suo miele, come miele Deco, a denominazione di origine comunale.

PRESICCE ACQUARICA, CITTA’ DEI FRANTOI IPOGEI INCARNA L’ANIMA DEL SALENTO

Spiega l’assessore al turismo e cultura, Natacha Pizzolante: “Con i suoi 50 frantoi ipogei il borgo di Presicce, entrato da tempo nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia, Presicce-Acquarica incarna l’anima del Salento, abitata da pescatori e contadini. Abbiamo fatto di tutto per valorizzare i suoi beni architettonici e monumentali. Sono visitabili i tre frantoi ipogei che si trovano sotto piazza del Popolo, collegati tra loro. Nel Palazzo ducale custodiamo il Museo della civiltà contadina “Gino Orlando”, che custodisce mobili, corredi, attrezzi, suppellettili che raccontano la vita dei nostri nonni: dalla vita domestica al lavoro nei campi o nelle botteghe artigianali. Presicce con il suo quartiere nobile dai ricchi e antichi palazzi e il suo quartiere con le case a corte, il quartiere Padreterno, attrae turisti da ogni parte del mondo assieme ad Acquarica, famosa per la sua torre di Celsorizzo, una torre colombaia dove il signore feudale allevava piccioni viaggiatori: rappresentava il potere della comunicazione nel Medioevo: la guerra si vinceva non solo con le armi, ma soprattutto con la velocità nello scambiare i messaggi”.
“Acquarica del Capo è poi famosa per la lavorazione del giunco, un antico sapere che stiamo custodendo e valorizzando, trasmettendolo alle giovani generazioni”.

PRESICCE-ACQUARICA LA PRIMA FESTA DEL FUOCO DELLA PUGLIA

Nel Borgo di Presicce ci si dà appuntamento anche per vivere la prima festa del fuoco della Puglia, che inaugura la lunga scia delle feste del fuoco dell’inverno pugliese. Le Feste del fuoco iniziano il 29 novembre a Presicce e finiscono il 18 marzo nei paesi che festeggiano San Giuseppe e che segnano l’inizio della Primavera. L’accensione della focareddha a Presicce, costruita con rametti d’ulivo (perché Presicce è città dell’olio) e che piò assumere varie forme: come una barca o un frantoio ipogeo, avviene tra musica di bande, luminarie, fuochi d’artificio. La festa attrae migliaia di visitatori e rappresenta l’incontro tra la cultura contadina e quella marinaresca nel Salento.

CAVALLINO CITTA’ D’ARTE E CULTURA

Afferma il sindaco di Cavallino, Bruno Ciccarese Gorgoni: “Cavallino è una delle prime città della Puglia ad aver ottenuto il riconoscimento dalla Regione di Città d’arte e cultura per la bellezza del suoi monumenti, ma anche per la cura dei restauri e della loro valorizzazione. Si va dalla presenza del sito archeologico, concepito come un Museo diffuso dove si possono leggere le tracce anche della civiltà contadina, alla bellezza dell’ex convento dei Domenicani con la sua chiesa, la galleria celeste del Palazzo ducale, ora in restauro. Inoltre l’offerta turistica si è arricchita di un nuovo bene culturale: il frantoio ipogeo di via Crocifisso, fulgido esempio di archeologia industriale”.

LEQUILE, DAL FRANTOIO IPOGEO AI PALAZZI NOBILIARI ALLE CHIESE BAROCCHE

Anche Lequile, a due passi da Lecce ha i suoi assi nella manica. Sottolinea il sindaco di Lequile, Vincenzo Carlà: “Dopo il successo dello scorso anno, quando abbiamo avuto modo di presentare a tour operator e giornalisti specializzati la nostra città così ricca di beni culturali, ritorniamo a Paestum per accendere i riflettori sulla bellezza della nostra Lequile e la sua importanza sotto il profilo storico e culturale.

Nella nostra città si contavano ben 15 frantoi ipogei, che producevano olio lampante. Era un affare così redditizio che numerose famiglie come quella dei principi genovesi si sono trasferite a Lequile per commercializzare l’olio lampante, olio che veniva anche usato per rifornire Marsiglia, famosa produttrice di saponi. Ma anche a Lequile era attiva una fabbrica. Da tutta questa ricchezza è nata poi la ricchezza  e la bellezza delle chiese di Lequile: la chiesa madre con i suoi altari barocchi, la chiesa di San Vito tutta ricoperta in foglia oro sino alla chiesa dei Santi Medici, realizzata dall’architetto Miccoli che firmò altre chiese praticamente simili anche a Mesagne. Nostro fiore all’occhiello è il Convento dei francescani realizzato in soli nove anni dal 1613 al 1619 e divenuto modello architettonico per tutti gli altri realizzati nella Provincia francescana.

Da ammirare i suoi affreschi che si trovano nel refettorio, ma anche la ricca biblioteca che custodisce ben 2.000 volumi provenienti da tutto il mondo, tra cui cinquecentine, seicentine e settecentine. Per anni i frati hanno svolto l’importante ruolo di custodire e tramandare i sapere giunto sino a noi”.

Il nostro convento, che attrae tantissimi visitatori è entrato tra i beni tutelati dal FAI ed è candidato a divenire luogo del cuore FAI”.

Per promuovere sempre di più la nostra cittadina anche sotto il profilo dell’enogastronomia e dell’arte organizziamo grandi eventi anche in inverno come “Alle porte della città”, che si svolgerà il 20 dicembre”.

MELENDUGNO MESSAPICA E MEDIOEVALE: IL SITO ARCHEOLOGICO DI ROCA E L’ABBAZIA DI SAN NICETA

Continue campagne di scavo finanziate dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Maurizio Cisternino, continuano a stupire a Roca Vecchia e anche presso l’Abbazia di San Niceta.

Dopo aver ottenuto un finanziamento del CUIS grazie all’impegno dell’assessore alla cultura, Sonia Petrachi, prematuramente scomparsa, una nuova campagna di scavi è stata avviata anche quest’anno con fondi comunali, diretta dal professore Marco Leo Imperiale. Gli archeologi hanno portato alla luce silos contenenti granaglie e tombe, probabilmente utilizzate dagli stessi religiosi che abitavano nell’Abbazia, che estendeva i suoi possedimenti sino al mare e anche nel capo di Leuca. Attiva sino al ‘700 era una delle abbazie più importanti del Salento tanto che i registri onciari rivelano che pagava tasse tre volte superiori a quelle dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate. Le recenti scoperte archeologiche hanno retrodatato la nascita del paese, Melendugno.

Un vero e proprio scrigno di tesori è il sito archeologico di Roca Vecchia, dove le indagini condotte dall’équipe di archeologi guidati dal professore Rino Scarano, allievo del compianto professore Cosimo Pagliara, hanno riportato in luce le mura monumentali alte dieci metri e spesse 25, dove si combattè la battaglia più importante della Preistoria. Protesa sul Mediterraneo, Roca ospitava una ricca comunità egea e importava oro dall’Antico Egitto come raccontano i cinque dischi d’oro usati per i culti e ritrovati nei pressi della grande capanna tempio, costruita a palafitta, nel cuore della città antica, una città abitata dalla Preistoria sino al Medioevo, prima di essere abbandonata dai suoi abitanti a causa delle scorrerie dei saraceni dopo la presa di Otranto, avvenuta nel 1480.

Gioiello è la Grotta della Poesia piccola, un antico santuario dove i naviganti della Terra d’Otranto andavano a rifornirsi di acqua dolce (Poesia viene dal greco arcaico Ap che significa acqua) e pregavano promettendo sacrifici per ritornare sani e salvi a casa. Le  loro preghiere rivolte al dio Tutor sono stati trovate incise sulle pareti della Grotta del professore Pagliara nel 1986. Definita dal National Geographic la piscina naturale più bella al mondo, la Poesia grande attrae turismo internazionale tutto l’anno.