Sorprendente Salento: Cursi, Galatina, Cavallino Dai paesaggi di pietra alle città d’arte e alle grandi feste di tradizione
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Dai paesaggi di pietra alle antiche tradizioni, dalle spiagge e le scogliere ricoperte di fiori alle città d’arte. Il Salento non smette mai di sorprendere e promette già una Primavera Estate 2025 indimenticabile.
Un itinerario nuovo ed affascinante è stato sperimentato con successo da un gruppo di giornalisti, studiosi e rappresentanti diplomatici nel corso di un educational realizzato dalla rivista di turismo e cultura del Salento, Spiagge (il numero 70 in 18 anni), diretta da Carmen Mancarella (www.mediterraneantourism.it) con il patrocinio dei Comuni di Cursi, Galatina e Cavallino e il partenariato di aziende private, che rappresentano l’eccellenza dell’accoglienza, dello stile e del design: Pimar Limestone www.pimarlimestone.com, Bianco Cave a Melpignano www.biancocave.com Masseria Paralupi www.masseriaparalupi.com a due passi da Lecce, B&B Casa Feremi a Cavallino www.casaferemi.com , Masseria Chicco Rizzo a Sternatia www.masseriachiccorizzo.it , Trapetum Salento Domus https://traveleto.com/hotel/it/trapetum-salento-domus.html
e Willaria Country House a Cursi www.willaria.it , Corte dei Granai a Maglie www.cortedeigranai.it , Osteria pizzeria La Remesa a Cavallino, Rubino Ristorante Tipico a Gallipoli, Prosit Bar e Pizzeria Conacanà a Cursi ed Eros Bar a Galatina.
Andiamo alla scoperta di un itinerario ancora, poco battuto che ci porterà a scoprire questa terra magica a stretto contatto con i suoi abitanti.
PRIMO GIORNO A CURSI
Cursi paesaggi di pietra, da dove nasce il barocco e turismo d’esperienza
Prima tappa a Cursi nel cuore del Salento. Il piccolo borgo è famoso perché qui vivono uomini forti e cocciuti come la pietra, che si sono tramandati di generazione in generazione il lavoro del cavatore: estrarre a forza di braccia e piccone la pietra leccese con cui sono state realizzate tutte le chiese barocche del Salento, cortili, fregi, palazzi nobiliari e splendide ville. Le cave dismesse hanno dato vita a un paesaggio mozzafiato dalle alte pareti di roccia, dove si può leggere il duro lavoro del cavatore, che a forza di piccone, ricavava dalla pietra i blocchi e dove è rifiorita la natura. Nel visitare le cave in funzione, naturalmente attrezzate con moderni mezzi, si ha l’impressione di entrare nel grembo della madre terra, cogliendone la sua generosità.
Oggi la pietra di Cursi, conosciuta al mondo come pietra leccese, viene richiesta dai migliori architetti per conferire classe, eleganza e solidità alle loro opere.
A voler valorizzare anche sotto il profilo turistico, queste eccellenze italiane nel mondo, sono stati il sindaco William Santoro, la videsindaco, Elisa Mele e il presidente del Consiglio Giovanni De Giorgi che ci hanno tenuto ad ospitare i giornalisti per far scoprire un volto inedito del Salento.
PIMAR LIMESTONE
Prima tappa nell’azienda Pimar Limestone condotta dai fratelli Giorgia e Giuseppe Marrocco. “La pietra leccese”, dice Giorgia, avvocato imprenditrice, “risponde a tutti i parametri di sicurezza e di qualità, richiesti a livello internazionale. Ci teniamo molto alla precisione e alla professionalità. La nostra azienda è stata scelta da archistar come Renzo Piano, Philippe Starck… E così abbiamo realizzato lussuose ville, alberghi, resort, musei e opere d’arte un po’ in tutto il mondo: dagli Emirati Arabi agli Stati Uniti dalla Russia all’Ucraina”.
Di recente un artista tedesco ha scolpito, qui da noi, alcune grandi opere destinate a Parigi e alla villa del re d’Olanda”.
L’azienda, molto attenta alla sostenibilità grazie al riciclo dei materiali di scarto e alla produzione autonoma di energia da fonti rinnovabili, ha presentato al Salone del Mobile di Milano il progetto “Ruderi e Radici”, con cui sono stati realizzati raffinati complementi d’arredo con gli ulivi colpiti dalla xylella e con la pietra leccese di scarto. La pietra si è trasformata in tavolini, chaise lounge, lampade, molto apprezzate dalla critica presente al Salone.
Vedi la video intervista con Giorgia Marrocco:
https://www.youtube.com/watch?v=qCalSL8mBuo
BIANCO CAVE
Deve la sua origine a una donna forte e determinata, Adele Santoro, la Bianco Cave, che, oggi amministrata dai fratelli Gianni, Valerio e Alba (il loro padre Antonio, purtroppo, è scomparso proprio nel giorno di Pasqua) vede impegnati in prima linea anche i figli.
“Oggi siamo alla quarta generazione”, dice Giovanni De Giorgi, “e dobbiamo dimostrare ogni giorno di essere all’altezza del sacrificio che hanno fatto i nostri predecessori: a partire dalla nostra bisnonna Adele, forte e coraggiosa e da nostro nonno Antonio, che a 36 anni cadde da undici metri di altezza in cava, rimase due anni in ospedale e dimostrò di essere così tenace da ritornare più forte di prima al lavoro in cava. Noi andiamo avanti come treni pronti a cogliere le nuove sfide che la vita ci offre, perché prendiamo l’esempio da nostro nonno”.
Con la pietra leccese e la pietra bianca di Ostuni, molto apprezzata per il suo candore e la sua uniformità e di cui la stessa azienda possiede una cava ad Ostuni, Bianco Cave ha realizzato ville sul Lago di Stresa e a Los Angeles, centri commerciali a Gedda per le grandi firme della moda come Gucci e Prada, in Arabia Saudita, in Nigeria… Tra le opere più complesse spicca il nuovo centro congressi, casinò a Tirana, l’Amadeus Palace in stile neoclassico, di prossima inaugurazione. “In questo palazzo si può vedere tutto ciò che noi possiamo fare: dalla lavorazione a controllo numerico, alle colonne ai capitelli… Abbiamo avuto l’onore di collaborare con grandi architetti e designer come Tobia Scarpa, Raffaello Galiotto, Mario Cucinella”, dice Giovanni De Giorgi.
VEDI LA VIDEO INTERVISTA
https://www.youtube.com/watch?v=eElgBje4pqM
Anche nel Salento è possibile vedere le stupende realizzazioni di Bianco Cave come la Corte dei Granai a Maglie e Masseria Capasa a Soleto aperte all’ospitalità e firmate dall’architetto Vanna Fracasso.
Arriva mezzogiorno e si fa sentire un certo languorino. Per vivere un’esperienza unica e originale, l’idea è di sperimentare in prima persona il pranzo del cavatore: pucce salentine ripiene di verdure grigliate e condite con olio extravergine di oliva, preparate dalle abili mani di Marco Giannuzzi, che tutte le sere sforna nella sua piccola pizzeria, a due passi dalla chiesa madre, fragranti e saporite pizze cotte al forno di pietra e il tipico street food salentino come rustici leccesi e calzoni ripieni di mozzarella e pomodori.
Imperdibile una tappa nel frantoio ipogeo di Palazzo De Donno a Cursi, dove si possono ammirare sculture in pietra leccese che richiamano l’arte antica dei cavatori, ma anche il duro lavoro dei frantoiani nel frantoio ipogeo dove le grandi macine di pietra venivano azionate da asini bendati che vi giravano intorno. Il frantoio ospita una mostra di fotografie che documentano l’orrore di Gaza, grazie al coraggio di fotoreporter che hanno rischiato la vita per scattarle. Un invito alla mobilitazione contro la guerra.
L’elegante palazzo, a due passi dal municipio ospita anche una grande e attrezzata biblioteca divenuta Community Library aperta ad eventi e dibattiti per grandi e piccini. Ad illustrare l’importante esperienza è Delia De Donno, guida turistica dell'associazione Ecomuseo della pietra leccese e gestore della biblioteca.
Ma non si può lasciare Cursi se prima non si visita il Santuario della Madonna dell’Abbondanza, che viene festeggiata il secondo week end di luglio, dal sabato al lunedì. Qui viene custodita la preziosa statua della Madonna, rivestita in abiti ricamati in oro e argento. Pregevole è l’altare barocco. A custodire il Santuario sono i padri del Pontificio Istituto per le Missioni Estere (PIME). Padre Antonio, che ha trascorso più di vent’anni in Thailandia ci fa vedere con soddisfazione le stazioni della Via Crucis in bassorilievo con cui ha impreziosito il giardino e il grande Presepe meccanico e animato che occupa una stanza intera.
Dice padre Antonio: “Un tempo la Madonna veniva chiamata Madonna del Merito. Oggi si chiama Madonna dell’Abbondanza perché nel 1640 avvenne un miracolo: durante un periodo di forte siccità, un pastore, nell’inseguire una mucca ebbe l’apparizione della Madonna che gli chiese di edificare una Chiesa più grande per Lei, là dove sorgeva una piccola cappella. Il pastore chiese consiglio al parroco, il quale gli disse che aveva avuto anche lui una visione. Insieme organizzarono una processione, al termine della quale i campi vennero inondati dalla salvifica pioggia”.
ASCOLTA IL RACCONTO DEL MIRACOLO NEL VIDEO DI PADRE ANTONIO SANTORO
https://www.youtube.com/watch?v=HJ4l6siiLE4&t=2s
Ma qual è il sogno segreto di ogni viaggiatore? Condividere le emozioni del borgo con i suoi stessi abitanti, sentirsi uno di loro. Eccoci allora davanti ad un progetto originale portato avanti dall’Amministrazione comunale: realizzare un’associazione di donne casalinghe che si mettono in gioco con i loro saperi per realizzare laboratori esperienziali.
Noi ci abbiamo provato con la pasta fatta in casa: orecchiette e maccheroni che, in momenti di puro divertimento, abbiamo fatto assieme alle Cursiatine nelle ampie sale di Palazzo De Donno, dotate anche di cucina.
Le Cursiatine hanno guidato i viaggiatori-giornalisti nella sapiente arte dell’impastare e realizzare orecchiette e maccheroni. Alcuni ci sono riusciti, altri sono stati meno abili. Ma alla fine, il risultato è l’aver trascorso momenti in allegria e spensieratezza, in sintonia con le donne del posto, toccando con mano la loro vita quotidiana e facendo amicizia.
Nuovi laboratori per imparare a costruire le tipiche luminarie salentine, promossi dal Comune di Cursi, Assessorato al Turismo e allo Sviluppo del Territorio, guidato da Elisa Mele, sono previsti con inizio alle ore 17, il 14 giugno, il 12 luglio, il 13 e il 27 agosto e il 15 ottobre (info e prenotazioni 347 40 89 856)
Vedi il video:
https://www.youtube.com/watch?v=mb-nHl7y7i0
Domani ci attendono altre e importanti avventure. Il Salento non smette mai di sorprendere.
SECONDO GIORNO GALATINA, LA BASILICA DI SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA E IL TARANTISMO RIPUDIATO DAI GALATINESI
Accolti dal vicesindaco e assessore alla cultura della Città di Galatina, Maria Grazia Anselmi, che porge anche i saluti del sindaco Fabio Vergine, la nostra visita inizia subito dal pezzo forte di Galatina: la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria. “Per numero di cicli pittorici e bellezza degli affreschi, la nostra Basilica è seconda solo ad Assisi e vi farà innamorare” dice il vicesindaco Maria Grazia Anselmi.
Voluta dalla potente regina Maria d’Enghien e dal suo sposo, Raimondello del Balzo Orsini tra la fine del ‘300 e gli inizi del ‘400 la Basilica vide l’incontro di tre differenti scuole pittoriche: la umbro marchigiana, la tedesca e la locale. Le scene della vita di Gesù, i passi dell’Antico Testamento, la vita di Maria vi si susseguono lungo le pareti lasciando il visitatore senza fiato.
Consigliamo sempre di visitare la Basilica al mattino per godere dalla luce naturale che ne esalta il colore degli affreschi. Qui possono essere ammirati episodi celebri dell’Antico e del Nuovo Testamento: il peccato originale, la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre, il Diluvio Universale….
In un affresco il diavolo viene raffigurato sotto forma di frate domenicano con le zampe di capra, in un altro con il saio di frate francescano (sempre con le zampe di capra) per par condicio… Si dice che la Regina Maria d’Enghien abbia dato il suo volto in più occasioni alla Madonna e se gli affreschi non le piacevano, andavano rifatti!
I fedeli soprattutto i poveri che non sapevano né leggere, né scrivere, venivano istruiti nella fede, con gli affreschi, definiti la Bibbia dei poveri. Ma prima di lasciare la Basilica venivano indotti a riflettere sulla gravità dei peccati.
Infatti l’ultimo grande affresco che si può ammirare prima di uscire è il Giudizio Universale dove gli angeli suonano le trombe per chiamare a raccolta i vivi e i morti e dove compaiono scene tratte dal Bestiario medioevale. Si dice anche che la potente regina abbia voluto far raffigurare la cognata Giovanna la Pazza, mentre cavalcava la bestia dei sette peccati capitali, facendosi palpare da due mori… Resteremmo ore ad ammirare gli affreschi della Basilica. Ma Galatina oggi è più bella che mai e i suoi nobili palazzi, sormontati da stemmi gentilizi, angeli e motivi floreali, rappresentano un irresistibile richiamo.
Al piano terra della Torre dell’Orologio nella centrale via Vittorio Emanuele II, sorge il moderno InfoPoint gestito dalla Pro Loco presieduta da Lorenza Pascali, che con i soci dà vita ad una spettacolare accoglienza a cura degli artigiani e artisti del posto. Ritroviamo l’artista Pietro Coroneo, che realizza sculture in legno utilizzando gli ulivi colpiti dalla xylella, Anna Lena Vergine che propone orecchini al chiacchierino. E c’è anche un piccolo Laboratorio di pasta con Tina Spagnolo per vivere un’esperienza indimenticabile.
Dagli artisti che animarono la cittadina tra il XIV e il XV secolo agli artisti moderni il passo è breve. Sul centro storico si affacciano botteghe di artisti, che hanno fatto dell’arte il loro principale lavoro. Merita una visita la bottega d’arte di Angelica Dragoni che si è ispirata alla bellezza della sua città natale per dar vita a serigrafie stampate su tessuti e tavole con cui realizza quadri, cuscini, borse, sottopiatti dove vengono riprodotti i particolari dei monumenti di Galatina e anche della vicina Soleto.
VEDI IL VIDEO
https://www.youtube.com/watch?v=3FZl3tAYfyw&t=19s
Galatina ha dato i natali a grandi artisti, le cui opere sono esposte nel museo civico Cavoti al quale si accede dal Palazzo della Cultura “Zeffirino Rizzelli”. Si possono ammirare le scultura di Gaetano Martinez uno dei massimi esponenti dell’Arte Italiana vissuto tra il 1882 e il 1956. Da ammirare il suo Caino e altrte pregevoli sculture ispirate al dolore universale. Una sezione è poi dedicata ai lavori, gli schizzi, le ricerche dell’intellettuale Pietro Cavoti vissuto nel XIX secolo che studiò molto a fondo la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria. Infine ecco la galleria dedicata ai quadri del pittore contemporaneo Luigi Caiuli (1940 – 2021) che dipinge il tarantismo, sottolineandone il suo carattere fortemente erotico e passionale.
Tra i capolavori d’arte, possiamo annoverare, senza tema di essere smentiti, il dolce tipico galatinese, che nella pasticceria Eros bar si può degustare così come è nato.
Luigi Derniolo lo ha chiamato il Tipicciotto per ribadire che il suo pasticciotto viene realizzato con la farina tipica che si trovava esattamente quando è nato, vale a dire nel ‘700, la farina di majorca, macinata con macine di pietra e per questo ricca anche di fibre come la crusca. Il risultato è sorprendente anche sotto il profilo della digeribilità e delle intolleranze.
Galatina è identificata anche con il fenomeno del tarantismo. E’ veramente interessante ascoltare un abitante del posto che, da piccolo, ha assistito al fenomeno stesso. Si tratta di Gianfranco Conese infatti dice, senza mezzi termini:
“Galatina, città abitata prevalentemente dalla ricca borghesia e da professionisti colti e affermati, ha da sempre snobbato il fenomeno del tarantismo. E’ anche per questo che la Notte della Taranta, che celebra la pizzica, la musica che accompagnava le tarantate nel processo di guarigione, si celebra ogni anno a Melpignano e non a Galatina”.
VEDI I VIDEO
IL FENOMENO DEL TARANTISMO RACCONTATO DA UN GALATINESE PRIMA PARTE
https://www.youtube.com/watch?v=Oxg34e1Dttk&t=17s
IL FENOMNO RACCONTATO DA UN GALATINESE SECONDA PARTE
https://www.youtube.com/watch?v=rXxbOa8KwSQ&t=141s
Ma che cosa è il tarantismo? “Un fenomeno isterico che colpiva al 95 per cento le donne e per la restante parte gli uomini, i quali, secondo le credenze, venendo morsi da un ragno, chiamato taranta, venivano obbligati a ballare incessantemente al ritmo dei tamburelli, accompagnati dalla fisarmonica e dal violino, fino a che non guarivano. Centro di questo fenomeno era la chiesetta di San Paolo a Galatina, una chiesetta privata, nella quale le donne venivano rinchiuse con i loro cari più stretti per invocare la grazia di San Paolo, protettore da tutti i veleni. Ma qui era vietato ballare. Si dice che San Paolo abbia fatto la grazia a tutti i galatinesi rendendoli immuni dai veleni della TARANTA”.Ancora oggi se si balla la pizzica nelle piazze si viene guariti da tutti i veleni della vita.
Galatina festeggia ogni anno i suoi santi patroni: San Pietro e San Paolo, il 28 e il 29 giugno. “San Pietro viene considerato il Santo dei nobili. Infatti, la sua statua tutta in argento massiccio, usciva per prima dalla chiesa madre e veniva accompagnata dalle autorità. Quella di San Paolo, in cartapesta, usciva molto dopo… Solo da qualche anno il nuovo parroco ha voluto le due statue in processione, l’una accanto all’altra”, ci spiega Gianfranco Conese. Tutte le vie del centro storico sono decorate con i nastrini colorati che ricordano il colore della tarante e, appesi per aria, lungo le vie del centro storico si possono leggere i versi delle celebri canzoni di pizzica, che vengono cantate a Melpignano durante il concertone finale della Notte della Taranta (quest’anno il 28 agosto), ma anche durante il festival itinerante della Notte che fa tappa anche a Galatina.
5 LUGLIO, FESTIVAL DELL’ARIA CONSAPEVOLE
Dopo il successo dello scorso anno, anche quest’anno si svolgerà a Galatina il Festival dell’Aria Consapevole, ritmi mediterranei nella Terra del Rimorso. Si tratta di un’opera moderna di musica, danza e teatro, che offre un’altra prospettiva sul tarantismo. Ospiti saranno Toni Esposito ed Eugenio Bennato. Saranno proiettati ben sette cortometraggi, realizzati dal vicedirettore Rai, Stefano Rizzelli, che cura anche la direzione artistica del Festival. La Pro Loco, che organizza l’evento in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Galatina, guidata dal sindaco Fabio Vergine, premierà cittadini illustri che si sono distinti in vari settori a livello nazionale e internazionale.
TERZO GIORNO CAVALLINO
LA FESTA IN ONORE DELLA MADONNA DEL MONTE CANDIDATA A PATRIMONIO MONDIALE IMMATERIALE UNESCO
Un inno unico e prezioso, eseguito dalla banda e dai bambini e bambine di Cavallino con le loro catechiste, annuncia l’inizio della festa in onore della Madonna del Monte a Cavallino, piccolo borgo a due passi da Lecce. La festa cade tutti gli anni la prima domenica di maggio ed inaugura la scia delle feste in onore della Madonna in tutto il Salento. Veniamo accolti dal sindaco, Bruno Ciccarese Gorgoni con la vicesindaco Pamela Manno, che assieme a tutta l’amministrazione comunale porge il suo benvenuto.
L’antica statua, vestita con un mantello celeste e un abito ricamato in fili d’oro e argento, viene portata in processione dalla cappella privata del Palazzo ducale alla Chiesa Madre (quest’anno nella Chiesa del Convento) e vi resterà per un mese.
Molto sentito è il pellegrinaggio della domenica mattina sino al cimitero, dove i cavallinesi e le cavallinesi rispettano la tradizione di aprire le tombe di famiglia e ascoltare la messa in compagnia dei loro Cari Defunti.
Tra bande, fuochi d’artificio e luminarie, quest’anno firmate dalla ditta Torquato Parisi, (la stessa che ha realizzato le luminarie per Dior), la Festa fa molta comunità ed è così bella che la coordinatrice del Progetto “Via Appia Sito Unesco” sottolinea come la festa di Cavallino potrebbe essere candidata a divenire patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco facendo rete con tutte le altre grandi Feste di tradizione del Salento.
Vedi la video intervista con la dottoressa Ferroni:
https://www.youtube.com/watch?v=IfuffXhChNw&t=8s
Cavallino sorge sui resti di un’antica città messapica. Le sue vestigia si possono ammirare nel Museo diffuso, gestito da Comune e UniSalento sotto la direzione scientifica del dottore Corrado Notario. Nel Museo Didattico Archeologico sono state ricostruite le scene della vita quotidiana, ma anche i collegamenti tra l’antica città messapica e il resto del territorio.
Il tour continua con la visita al frantoio ipogeo, restaurato di recente con fondi dell’Unione europea attraverso il Gal e l’ampia e soleggiata piazza, dove si affaccia il Palazzo ducale, trasformato nel XVII secolo dagli sposi Francesco Castromediano e Beatrice Acquaviva d’Aragona in una dimora gentilizia con la grande sala delle feste, la Galleria Celeste (ora in restauro).
Beatrice e Francesco vollero anche costruire il convento dei Domenicani, oggi sede della Scuola di specializzazione in archeologia di UniSalento e la chiesa del Convento dove si possono ammirare le due statue degli sposi teneramente prese per mano, mentre stringono un cuore, simbolo di eterno amore.
In piazza si può ammirare la statua del poeta dialettale Giuseppe De Dominicis, che si faceva soprannominare Capitan Black. Nei suoi versi in vernacolo cavallinese, “Canti de l’autra vita”, nei quali raccontava le vicende del povero Pietru Lau finito all’inferno per aver rubato un sacco di farina per sfamare sua moglie e i suoi figli… il poeta denunciava le ingiustizie del tempo.
Figura di spicco nella storia non solo di Cavallino, ma d’Italia tutta è Sigismondo Castromediano, il Duca bianco, vissuto nel XIX secolo cui è dedicata una statua in marmo bianco con ai piedi la Giovine Italia. Mazziniano convinto, Sigismondo Castromediano finì nelle dure galere borboniche per aver partecipato ai moti del 1848 e vi trascorse due anni e sette mesi della sua vita legato a compagni di cella come Settembrini e altri. Liberato per gentile concessione del re per l’imminente matrimonio della figlia, Sigismondo Castromediano trovò riparo presso i nobili Savio a Torino, molto amici dei Savoia, che con il loro cancelliere Cavour, stavano costruendo l’unità d’Italia.
Archeologo, raffinato studioso, deputato sotto il Regno sabaudo, Sigismondo Castromediano fu tra i protagonisti assoluti del Risorgimento Italiano e a lui si deve un pezzo dell’Unità d’Italia e della Libertà di cui noi oggi godiamo.
VEDI IL VIDEO SU CAVALLINO
https://www.facebook.com/620441691475750/videos/1440925812906500
Ma nel Salento dei Due Mari non può mancare, per chiudere in bellezza, una passeggiata lungo le morbide e bianche spiagge delle marine di Melendugno. In primavera le scogliere sono ricoperte di margherite bianche e di fiori fucsia. Si fanno già in primi bagni. Scenografici sono i faraglioni di Sant’Andrea a forma di arco (lu Pepe, ribattezzato Arco degli Innamorati) e d’Italia, affascinante è la storia di Roca Vecchia dove si trova la piscina naturale più bella al mondo, la Grotta della Poesia, collegata ad un antico santuario dove i commercianti del Canale d’Otranto pregavano il dio Tutor per ritornare sani e salvi a casa.
Sull’autostrada del mare, i naviganti dell’Antica Grecia, i fenici portavano vasi e culture. Ed è per questo che il Salento, ricco di storia e di storie, riserva sempre incredibili sorprese.
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Cordiali Saluti
Carmen Mancarella
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Dove dormire
Masseria Paralupi
Via Giorgio De Chirico 8
73 100 Lecce
Tel. 380 209 64 71
B&B Casa Feremi
Via S. Quasimodo 13
73 020 Cavallino (LE)
Tel. 349 854 19 42
Tenuta Masseria & SPA Chicco Rizzo
Strada Ambrosina Chicco Rizzo
73 010 Sternatia (LE)
Tel. 328 857 59 89
Trapetum Salento Domus
Via Santuario 12
73 020 Cursi (LE)
Tel. 328 831 0000
https://traveleto.com/hotel/it/trapetum-salento-domus.html
Willaria Country House
Via Ludovico Patrizi
73 020 Cursi (LE)
Tel. 328 119 49 80
Relais Corte dei Granai Meeting &SPA
Via Indipendenza
73 024 Maglie (LE)
DOVE MANGIARE
Rubino Ristorante Tipico
Corso Roma 135
73 014 Gallipoli (LE)
Tel. 389 484 67 90
Osteria Pizzeria La Remesa
Via Trieste 17
73 020 Cavallino (LE)
Tel. 0832 61 19 94
Prosit Bar
Via Maglie 94
73 020 Cursi (LE)
Tel. 0836 33 20 30
Pizzeria Conacanà
Via Trioti 9
73 020 Cursi (LE)
Tel. 338 592 01 56
DOVE ACQUISTARE OGGETTI DI DESIGN
(e volendo… ordinare la costruzione della propria villa)
Bianco Cave
SS 16 km 978
73 020 Melpignano (LE)
Tel. 0836 47 12 27
Pimar Limestone Pietra Leccese
SS 16 Lecce – Maglie uscita
73 20 Melpignano (LE)
Tel. 0836 48 32 85
Versione on line della rivista cartacea di turismo e cultura del Mediterraneo "Spiagge",iscritta il 5 giugno 2001 al numero 764 del Registro della stampa del TRIBUNALE DI LECCE. Direttore Responsabile CARMEN MANCARELLA
La ditta Mancarella Editore, P.IVA 03556030751, ha ricevuto Aiuti di Stato pubblicati sul sito RNA sezione TrasparenzaThis email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. - 328.1397133
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