Costancia, donne e potere nell’impero mediterreaneo di Federico II Una mostra nell’Istituto italiano di cultura di New York celebra le quattro figure femminili più amate da Federico II E gli appassionati potranno approfondirne la storia grazie a 16 vide

  • 1.Paliotto_detto_dellarcivescovo_Carondelet_Petyx.jpg
  • 2_Anelli_di_Costanza_dAragona_Petyx.jpg
  • 3Orecchini_detti__di_Costanza__1.jpg
  • 4-Constancia_Riproduzione_della_Corona_di_Costanza_dAragona.jpg

Si chiamavano tutte e quattro Costanza le donne più importanti nella vita di Federico II: Costanza d’Altavilla, la madre, che fu costretta a partorirlo pubblicamente in una tenda in piazza per gridare al mondo che Federico era suo, la prima moglie, Costanza d’Aragona, la figlia naturale Costanza (avuta dall’amata Bianca Lancia), che si dovette sposare bambina e la nipote Costanza, figlia del figlio naturale Manfredi. Quattro donne che amarono e sono state amate da Federico II, quattro storie di coraggio che le accomunano, giocando un ruolo da abili tessitrici del potere, quali erano, quasi sempre dietro le quinte, ma non meno importanti nello scacchiere della politica condotta dall’imperatore Federico II.

Per celebrare la Festa della Donna, in prima mondiale a loro è dedicata un’importante mostra prodotta interamente dall’Istituto italiano di cultura di New York, diretto da Fabio Finotti con l’obiettivo di promuovere all’estero l’immagine dell’Italia e la sua cultura umanistica e scientifica.

Il titolo è Constancia. Donne e potere nell'impero mediterraneo di Federico II.Lunedì 7 marzo l’inaugurazione alla presenza dell'Ambasciatrice italiana negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, e del direttore dell’Istituto italiano Fabio Finotti.

Tutti potranno visitare on line la mostra accedendo sino all’8 aprile al sito ufficiale dell’Icc www.stanzeitaliane.it, che da un anno costituisce anche il suo Museo virtuale. I più fortunati potranno vederla dal vivo nella sede dell’Istituto italiano di cultura in via Park Avenue 686.

L’esposizione è stata costruita con rigore filologico e con il coordinamento di un comitato scientifico presieduto dal direttore Fabio Finotti e da Maria Concetta Di Natale, Pierfrancesco Palazzotto e Giovanni Travagliato, docenti dell’Università degli Studi di Palermo, che sono riusciti a riunire i pezzi grazie a una importante sinergia di istituzioni, musei, biblioteche, archivi di Palermo e Monreale, collezioni private, tracciando un filo tra le quattro regine e imperatrici e sottolineando il loro valore in una società – quella del Mediterraneo – profondamente multiculturale; e ritrovandole, intatte, nella fascinazione del revival romantico ottocentesco e nei diari dei viaggiatori del Grand Tour."È la prima volta che una mostra volge la sua attenzione alle regine e alle imperatrici che hanno svolto un ruolo di primo piano, come reggenti in primo piano o consigliere dietro le quinte – spiegano i tre curatori –, piuttosto che esclusivamenteai re normanni e agli imperatori svevi, finora esclusivi protagonisti nell’immaginario generale".

Un ruolo importante viene svolto anche dall’Università del Salento, guidata dal rettore Fabio Pollice. Sarà Francesco Somaini, coordinatore del nuovo Centro Studi Medioevali dell’Università del Salento a curare un ciclo di ben 16 lezioni dedicate alla civiltà federiciana.

 «Questa mostra newyorkese – sottolinea Somaini – si propone di tornare a riflettere su un’età indubbiamente importante della storia dell’Europa, dell’Occidente, del Mediterraneo quale fu il periodo della dominazione sveva nell'Italia Meridionale. Stiamo parlando insomma dell’età di Federico II e di Manfredi, cercando però di esaminarla, seppure in modo non esclusivo, attraverso il prisma del femminile, prendendo in considerazione in particolare quattro figure di indiscutibile rilievo, accomunate dal nome di Costanza». 

«Sono molto contento – dichiara Fabio Pollice, rettore dell’Università del Salento – che un'istituzione prestigiosa ed importante come l'Istituto Italiano di Cultura di New York abbia colto le potenzialità del neo-costituito Centro Studi Medievali del nostro ateneo, nel quale convergono le specializzazioni di tanti profili accademici differenti che hanno collaborato con delle lezioni/conferenze sulle tematiche della mostra che si sta per inaugurare”.“ Il tema che è stato prescelto rimanda ad una stagione della storia d’Europa e dell’area mediterranea in cui il Mezzogiorno, la Sicilia, il Sud dell’Italia nel suo complesso si sono ritrovati ad attraversare un’epoca di particolare centralità culturale, politica, economica. Credo che il Mezzogiorno abbia oggi tutte le potenzialità per tornare ad un nuovo protagonismo e istituzioni come le Università non potranno sottrarsi dallo svolgere un ruolo determinante nell’innescare processi di rigenerazione e rilancio dei rispettivi territori, anche nel quadro di un recupero più consapevole di queste lontane radici».

Da Altamura è volata a New York anche una preziosa riproduzione, realizzata dagli orafi Moramarco , della celebre corona dell’imperatrice Costanza d’Aragona. L’originale infatti resterà, per motivi di sicurezza nella Cattedrale di Palermo.

La riproduzione venne realizzata dai famosi maestri orafi nel 2018 per la Festa medioevale di Federicus Fortis Murgia. E’ d’argento dorato e filigrana d'argento dorata, perline d'acqua dolce e perle di acqua salata, oltre a gemme e smalti policromi.

 La cura per i dettagli, il rigore storico-scientifico, la cooperazione tra istituzioni e studiosi di livello internazionale, fanno di questa mostra un fiore all’occhiello della creatività italiana all’insegna della bellezza che il mondo ci invidia. Tutto lascia pensare che l’evento avrà un grande successo e porterà grande prestigio all’Italia.

VEDI I VIDEO

Video della partenza da Palermo dei pezzi in mostra | https://youtu.be/Pl0tUv4tmRE

Video - intervista ai curatori | https://youtu.be/o_-eCz4FVUM

Clip video sul quarzo cabochon ritrovato nella tomba di Federico II | https://youtu.be/c-27K4Y9W_g