Salento mon amour a Paris SALENTINI E FRANCESI: TRA BUONI INTENDITORI E’ AMORE A PRIMA VISTA

GEMELLAGGIO TRA LE ECCELLENZE DEL SALENTO E CHAOURCE NELLA VAL D’ARMANCE EN CHAMPAGNE

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Dopo il successo dell’evento #salentomonamouraparis la delegazione di salentini, composta da Raffaele Stasi, sindaco di Taurisano, Cosimo Lupo, assessore alla cultura di Union3, Antonio Mauro, presidente dei Borghi d’Italia, Rita Carissimo Lupo e Caterina Schiavone imprenditrici, Sylvie delle Rose, interprete e Carmen Mancarella, direttrice della rivista Spiagge, che ha organizzato il tutto, è stata ricevuta a Chaource nella romantica Val d’Armance en Champagne, famosa per i suoi vigneti di pinot nero, le cantine di champagne, la creta, le foreste di querce e il formaggio. E tra buoni intenditori è stato subito amore a prima vista!

Il paesaggio è mozzafiato: un susseguirsi di vigneti in collina e imponenti foreste, interrotte da romantici villaggi dominati dalle tipiche chiese gotiche, slanciate verso l’alto e circondate da casette con tetti spioventi e decorate con vasi di fiori.

La Val d’Armance si trova ad appena un’ora e 15 di treno da Parigi e il capolinea è Troye. Bisogna poi affittare un’auto per raggiungere Chaource distante circa 80 km. Alla guida del 9 posti che ci accoglie c’è la bella Lucille Gaillard della Comunità dei Comuni, seguita a ruota dalla collega Carina Simon.

La comunità dei comuni di Chaource, nella Val d’Armance, racchiude ben 42 piccoli comuni per un totale di circa 10mila abitanti. Tra i più piccoli vi è Lagesse di cui è sindaco, il presidente della Comunità, Michel Hupfer il quale ha accolto la delegazione salentina dicendo: “Il nostro augurio è di incrementare sempre di più gli scambi culturali e commerciali tra le due regioni. Abbiamo una storia ed eccellenze enogastronomiche in comune e possiamo far crescere sempre di più le due comunità”.

La prima tappa è nell’antica cantina Morize Pere &fils (www.champagnemorize.com) fondata nel 1200 dai Monaci cistercensi. Nei sotterranei, dai tetti a botte, ecco le pregiate bottiglie lasciate a riposare in posizione leggermente obliqua per far depositare i lieviti che diventano come un tappo solido da togliere, quando arriva il momento giusto. Si chiama metodo champenois e prevede che la bottiglia sia rivoltata a mano periodicamente per garantire un prodotto eccellente. “Per realizzare ottimo champagne”, dice il titolare, “bisogna avere pazienza e conoscere anche piccoli segreti. Noi produciamo champagne molto pregiati che nascono dall’abbraccio tra champagne lasciati invecchiare fino a 40 anni e champagne più giovani”.

Nei flute è una festa di bollicine. E i prezzi non sono da capogiro. Anzi. Si potrebbe fare un pensierino per ordinare direttamente dalla cantina il pregiato champagne!

A pranzo l’accoglienza è regale in un castello circondato da un campo da golf, il Golf Club Chateau La Cordèliere, dove si danno convegno i vip della zona. A tavola sfilano le carni tipiche del territorio (anche queste famose), il formaggio di Chaource e la torta al formaggio.

Ed è qui che avviene lo scambio di doni tra la delegazione salentina e gli ospiti francesi a colpi di champagne, olio extravergine di oliva e negroamaro!

Il tempo stringe ed è l’ora di visitare l’affascinante e misteriosa chiesa di Chaource dove l’eccellente arte locale champenois si intreccia con quella italiana. Qui ci sono i richiami al culto di Maria Maddalena, al Santo Graal e ai Vangeli Apocrifi.

Il capolavoro è la Mise au Tombeau du Christ realizzato da un artista senza nome nel 1515, conosciuto semplicemente come il Maestro di Chaource. Statue in pietra ad altezza naturale incorniciano il Corpo di Gesù deposto dalla Croce e, tra queste, spiccano Santa Maria Maddalena con in mano il calice del Santo Graal, San Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, di cui si parla solo nei Vangeli Apocrifi. Colpiscono gli sguardi smarriti e pieni di dolore delle figure intorno al corpo straziato di Gesù.

Lo stesso richiamo al Santo Graal si legge nella raffigurazione dell’ultima cena. Accanto al volto di Gesù apparirebbe Maria Maddalena con in mano il Calice. “La tradizione francese vuole che Maria Maddalena sia sbarcata in Francia, incinta di Gesù, accompagnata da Giuseppe di Arimatea. E da lei sarebbe nata la nobile dinastia dei Merovingi”, racconta Salvatore Coscia, appassionato di storia e che, scopriamo ha origini salentine: papà di Copertino, ha vissuto prima a Napoli e ora stabilmente a Chaource. E’ il medico di famiglia della Comunità, che lui descrive con tanto amore e passione: “Stiamo molto bene qui a Chaource, io, il mio bambino e mia moglie inglese. Qui la gente ama ancora ritrovarsi, trascorrere le serate in allegria, stare bene con gli amici. C’è molto spirito di comunità. Uno spirito che in altre parti del mondo si è perso”.

L’affascinante chiesa madre dedicata a San Giovanni Battista, la cui struttura più antica risale al XII secolo, è decorata con le tipiche vetrate colorate e istoriate, espressione dell’arte dei maestri vetrai della vicina Troye. E’ un luogo di grande misticismo e custodisce uno degli organi più antichi di Francia e d’Europa, datato 1698 e realizzato dal maestro Louis Le Bé. L’organo conserva ancora oggi un suono straordinario ed è il protagonista di stagioni concertistiche molto seguite e apprezzate.

Ma chi dice Chaource dice formaggi. Ed eccoci in una delle più grandi Fromagerie di Chaource, la fromagerie artisanale de Mussy.

“Siamo nella zona dop dei formaggi”, spiega una bella e simpatica signora che lavora in azienda. “Rispettiamo un rigido disciplinare che ci obbliga a far pascolare le mucche, libere, per tutta la primavera e l’estate, rispettando anche i grandi spazi ad esse destinati. Il segreto del nostro successo? E’ la bontà del nostro latte, da cui facciamo un ottimo prodotto”.

Duro fuori, morbido dentro, il formaggio di Chaource si rivela come un’esperienza indimenticabile.

Anche lo spaccio aziendale è un susseguirsi di prodotti tipici: riscopriamo il Sidro, bevanda fatta con le mele, tipica di Chaource, varie marche di champagne e anche le scatole di legumi con l’immagine di un piccolo produttore che mira al recupero della genuinità a tavola, proprio quello che sta succedendo in Italia.

Perché… diciamolo una volta per tutte, italiani e francesi sono dei grandi produttori, ma, anche e proprio per questo, dei grandi buongustai ed estimatori, dal palato, esigente e raffinato. E così tra buoni intenditori… tante parole non servono. Parlano i sapori. E’ subito amore a prima vista!